Il Gabinetto di Riflessione
«...e fin quando non avrai la saggezza, muori per divenire, sarai soltanto un triste ospite su questa terra oscura.» (Goethe)
L'iniziazione é stata definita come "il processo destinato a realizzare psicologicamente nell'individuo il passaggio da uno stato dell' essere giudicato inferiore, a uno stato superiore", con la trasformazione da "profano" ad "iniziato".
Lo scopo è il superamento dello stato individuale umano rendendo effettivamente possibile il passaggio agli stati superiori dell'essere, conducendolo, per mezzo del rito iniziatico, al di là di ogni condizionamento. Una realizzazione quindi puramente interiore, la realizzazione di una possibilità che l'individuo ha in sé allo stato potenziale e virtuale.
Mircea Eliade, nel suo studio "Nascite Mistiche", a proposito dei cosiddetti riti d'ingresso, ne riconosceva la continuità a partire dai più antichi rituali tribali, immutati nel tempo e tutti connotati dalla medesima successione operativa costituita da reclusione, prove iniziatiche, morte e risurrezione, rivelazione di una dottrina segreta, insegnamento di parole speciali. Così per gli indigeni australiani, a tutt'oggi, l'essenziale era e resta la custodia dei riti legati ai chirunga, gli oggetti lasciati dagli esseri primordiali (i "dema") che esistevamo ai tempi dei miti e l'istruzione morale e sociale che il candidato riceve dopo i riti. In moltissime società segrete primitive era abitualmente presente una interpretazione simbolica dei riti iniziatici rappresentanti morte e resurrezione; in Melanesia, ad esempio, il candidato che lasciava la famiglia per essere iniziato veniva pianto come morto. Attraverso l'iniziazione, dunque, l'essere si realizza in modo autentico, facendo passare le sue qualità latenti dalla potenza all'atto;
La parte iniziale della ritualità é costituita generalmente da operazioni destinate a dare all'individuo una sensazione di morte seguita da una risurrezione, una "seconda nascita". Il rito inizia generalmente con un viaggio nelle tenebre, preludio alla risalita verso la Luce: uno schema fondamentale che ritroviamo in un gran numero di culture rituali: si pensi ad esempio al mito egiziano di Osiride, ai misteri di Dioniso, il Dio indo-ariano Div-an aosha della bevanda dell'immortalità, ai misteri Frigi di Atti e Cibele, ai misteri di Eleusi, all'orfismo ed al pitagorismo, al culto di Mitra, all'esoterismo islamico ed in particolare agli Ismailiti, alla tradizione iniziatica medioevale (qabbala'h, catari, templarismo), all'esoterismo indiano e tibetano, fino (in tempi più recenti?) alla tradizione massonica.
Tutti gli elementi dell'Opera sono presenti, in potenza e simbolicamente, nel Gabinetto di Riflessione, primo viaggio dell'Iniziazione muratoria, che rappresenta la discesa al centro della Terra.
L'entrata si apre tradizionalmente sul lato ovest (elemento Aria, riferimento astronomico Bilancia) di una stanza di forma rettangolare (il Quadrilungo) di m. 2 x 4 le cui pareti e gli arredi sono di colore nero assoluto, a simboleggiare la morte o la rinuncia del Viaggiatore al mondo profano. Tale entrata non prevede uscita se non per rinuncia, ovvero sconfitta. Essa può essere dotata di uno spioncino orizzontale attraverso il quale il Fratello 2° Esperto sorveglia il processo di "morte" e di "rinascita" dell’iniziando. In alto, la frase “SE LA CURIOSITÀ TI HA CONDOTTO QUI, ESCI.”
Anche lo scheletro umano, rappresentato in piedi e dipinto di bianco, suggerisce una idea di spoliazione. Collocato sulla parete nord (elemento Acqua, segno zodiacale Cancro), lo scheletro eretto, simbolo di capitale importanza per gli Alchimisti che lo legavano alla “Nigredo” e in particolare alla fase detta della “Putrefactio” (Putrefazione), non è infatti da intendersi come simbolo di morte (a questo pensano il teschio e le ossa umane disposte sulla tavola) bensì allude alla spoliazione che si deve compiere su sè stessi durante il percorso lungo la via iniziatica e che porta l’iniziato a raggiungere l’ossatura, l’impalcatura, l’intelaiatura interna del Sè. Accanto a questo vi sono la scritta V.I.T.R.I.O.L., i simboli alchemici del 'Solfo" (triangolo col vertice in alto che sormonta una croce) e del "Sale" (cerchio tagliato da una barra orizzontale). Segue, in lettere bianche, la frase: SE LA TUA ANIMA HA PROVATO SPAVENTO NON ANDARE PIÙ' OLTRE. Infine, in basso, il simbolo dell'Elemento Acqua (triangolo con il vertice in basso) dipinto in blu. L’acronimo V.I.T.R.I.O.L., che viene usato nella letteratura alchemica, è formato dall’espressione latina “Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem” , che significa “Visita l’interno della terra, e rettificando troverai la pietra nascosta . Siamo quindi invitati a discendere nella terra, negli inferi, nell’inconscio (l’acqua, alchemicamente parlando, rappresenta proprio l’inconscio). La terra è il simbolo dell’uomo fisico. L’uomo deve prendere coscienza del suo mondo interiore, di chi è, cosa sta facendo, quali sono le sue motivazioni. Nel profondo dell’uomo, nell’oscurità della sua psiche, risiedono i moventi delle sue azioni. Dunque, il prendere coscienza di questi moventi profondi è una condizione necessaria per entrare nella zona di morte illuminata dalla luna e successivamente sperimentare la rinascita. Terra Mater, la Madre Terra, è sempre stata collegata alla nascita, con l’unione tra uomo e donna (conscio e inconscio): unione dalla quale la nuova vita sgorgherà dopo la morte. I popoli primitivi svolgevano le loro iniziazioni al buio o sottoterra, ad esempio nelle grotte. In Egitto, le iniziazioni si svolgevano nelle piramidi o nelle cripte interrate dei templi. In Persia si usavano principalmente nelle grotte, mentre gli indiani d’America avevano apposite capanne. I misteri di Mitra venivano eseguiti in templi costruiti sottoterra. Nella mitologia greca, Orfeo discese nell’Ade per cercare Euridice (il simbolo della sua anima perduta). Il Dio hindù Krishna discese negli inferi per cercare i suoi sei fratelli (i sei chakra, essendo Krishna il chakra della corona). Completano la parete nord i simboli del Solfo e del Sale. Lo Zolfo rappresenta il Principio attivo, maschile e solare, colui che feconda, la Colonna J, Principio generante maschile la cui azione su Mercurio (espansivo) produce i metalli; il Sale, invece, è l'effetto del Sole (Zolfo) sull'acqua marina, la personalità fisica purificata
Ma il viaggio del recipiendario dalla oscurità alla luce è certamente impervio e comporta il superamento di molte prove la prima delle quali è la rinuncia alla propria personalità profana e materiale. Saturno, ordinatore rigoroso della Vita e della Morte, osserva vigile gli sforzi del viaggiatore come testimonia la Falce impressa sulla parete sud (elemento Terra, segno zodiacale Capricorno). La Falce è simbolo di morte giacché, come la morte, rende uguali tutte le cose, livellandole; l'eguagliatrice inesorabile della Bibbia, rappresenta la livellatrice del tutto di Saturno, dio delle prove e conseguentemente delle difficoltà che con due falci taglia tutto ciò che vive a livello materiale e della personalità profana. Ma Chronos-saturno è anche il Signore del Tempo che scorre, come ci ricorda la Clessidra collocata vicino alla falce. La clessidra ci fa riflettere sul tempo che passa, sulle opportunità che perdiamo se non sfruttate, sugli eventi belli e meno belli che inesorabilmente passano lasciando alle spalle ricordi ed esperienze. Con l'accumularsi della sabbia nella parte inferiore ci viene indicato il tempo che inesorabilmente passa. Nella parte superiore della clessidra, invece, il tempo che deve ancora venire, il futuro, le opportunità.
Ai lati della falce, in lettere bianche, è scritta la frase : SE TIENI ALLE DISTINZIONI UMANE VATTENE. Più in basso, in verde, vi è il simbolo dell'Elemento Terra (triangolo con il vertice in basso tagliato da una barretta). Sulla parete sud, inoltre, è applicato uno specchio, occultato da uno sportello nero con pomolo dorato. Lo specchio, che si rivelerà al Recipiendario quando la naturale curiosità di un uomo libero e di buoni costumi lo spingerà ad aprirne lo sportello, rifletterà l'immagine rovesciata del suo volto nonché la parete Nord con lo scheletro. Ciò lo stimolerà alla conoscenza di sé stesso e gli servirà da messaggio inconscio per comprendere che ogni simbolo è il riflesso dell'Uomo come questo è il riflesso della Legge Universa. A tale parete (di Sud-Mezzogiorno), inoltre, è appoggiato il tavolino su cui materialmente il Recipiendario stenderà il proprio "testamento", in analogia sia con l’ora simbolica di inizio dei Lavori sia con la predisposizione a ricevere la piena luce nel Tempio.
Consapevole della propria imperfetta mortalità, conscio del tempo che scorre inarrestabile, il viaggiatore continua il suo viaggio alla ricerca della luce che dovrà ricevere e far propria, una luce che gli è annunciata da un possente annunciatore exoterico, il "Mercurio dei Saggi" della Tradizione ermetico-alchemica: il Gallo.
Sulla parete Est (elemento fuoco, riferimento astrologico Ariete) troviamo infatti il Gallo (simbolo del mercurio, colonna B, principio femminile). Rappresentazione dell’Anima e araldo del sole, è simbolo di fierezza: eroe del giorno che nasce e simbolo di luce in Oriente. Rappresenta la virtù del coraggio militare per gli speroni, per la bontà con cui divide il suo cibo con pulcini e galline e per la fiducia vigile e la sicurezza virile con cui annunzia il levar del sole. Simbolo di vigilanza guerriera dunque, che scruta l'orizzonte dalla cima dell'Albero sacro (il Frassino Cosmico), viene dalla tradizione popolare ancora oggi posto sulla cima dei campanili delle chiese e sui tetti delle case a guardia delle superstiziose paure notturne dagli abitanti, protettore e guardiano della vita stessa. Ha la cresta di colore rosso protesa verso il sole-Fuoco, le ali di colore bianco immerse nell’elemento Aria, e gli artigli di colore nero conficcati nell’elemento Terra; è posato su una “banderuola" con la scritta: VIGILANZA E PERSEVERANZA. Ai lati del gallo, in lettere bianche, sono scritte le frasi: “SE TU PERSEVERI SARAI PURIFICATO DAGLI ELEMENTI” e “VERRAI FUORI DALL'ABISSO DELLE TENEBRE” quindi “VEDRAI LA LUCE”.
Gli Arredi
L'arredo del Gabinetto di Riflessione consiste in:
- Una sedia o sgabello nero e di forma quadrata perchè corrispondente alla forma del piano fisico (il corpo). - Una tavola rettangolare (il secondo quadrilungo) alta da terra cm. 72 ed egualmente nera.
Sul tavolo tre coppe d'argilla o di legno contenenti Zolfo , Sale e Sabbia; un candeliere in ferro battuto alto 22 cm, su base quadrata, con candela di cera d'api bianca quale debole riflesso della mente alla debole Luce dell'Anima che traspare dalla coscienza offuscata dalla Personalità; una penna d'oca, a simboleggiare il Mondo Animale; un calamaio di cristallo di rocca con inchiostro di china nero, a simboleggiare rispettivamente il Mondo Minerale e il Mondo Vegetale. Vi sono inoltre un teschio ed una tibia umane ed una brocca contenente acqua di fonte e un Pezzo di Pane. Pane ed acqua sono elementi di quella semplicità che diverrà il governo della vita del Massone poichè il Viaggiatore, entrando, compie un atto di volontà teso a lasciare la propria dipendenza da quei bisogni e desideri che qualificano in modo determinante il Mondo profano. Pane e acqua simboleggiano altresì il nutrimento del corpo e dello spirito, il materiale e lo spirituale necessari all'uomo: l'Acqua elemento indispensabile di vita ed il Pane fatto di frumento (la carne del Dio sacrificato nella Comunione) che simboleggia la forza morale ed il nutrimento spirituale. Medesima condizione nuovamente suggerita e rammentata di seguito dal Teschio e dalle ossa umane , pur senza dimenticare che con la tibia si svolge un ruolo ancestrale, di suono per percussione armonica.